Guardiamo, ritorniamo sui nostri passi, riguardiamo le opere pittoriche di Valerio Betta: ci lasciamo guidare dalla istintiva e persistente sensazione di serenità, che rimandano.
Riscontriamo la predominanza di colori decisi e luminosi, che ci vengono incontro, trasportandoci in atmosfere gaie. Bagliori dorati occhieggiano complici, dichiarando la forza della comunicazione. Ci sentiamo accolti da una folla di personaggi in festa, al cui crocchio ci uniamo, calamitati dalla loro disponibilità; partecipiamo ai loro dialoghi, ai loro svaghi, alle loro gite e quasi avvertiamo un armonioso sottofondo di voci interrotte da risate sommesse.
Al di là di questa immediata gradevole impressione, la lettura della produzione pittorica di Valerio Betta evidenzia particolari ricorrenti, che intrigano e ci guidano a manifestare la nostra interpretazione.
L’artista privilegia situazioni di vita sociale, che superano il ristretto contesto natio, anche se, con affettuoso trasporto, non trascura di gettare uno sguardo alla sua valle, impressionata in suggestive atmosfere e popolata di personaggi fissati nella memoria dagli avi e reiterati dalla tradizione.
I tanti personaggi della contemporaneità e le ricercate figure storiche sono sempre colte in situazioni amene.
Se i primi sono a teatro, al ristorante, al bar o in gita, o stanno cordialmente conversando in un comodo salotto, le seconde, sempre in gruppo, diventano esultanti per la festa, quando sfogano la loro gioia mascherandosi e rinnovando l’antica tradizione, che li unisce, li identifica ed esalta le loro radici.
Con questa attenzione al presente e al passato, l’artista Valerio Betta, che è del tutto aderente ai suoi tempi, di cui sa apprezzare risorse e comodità, manifesta la sua profonda soddisfazione nel riconoscersi figlio di una terra, che gli ha trasmesso valori profondi, certezze, che rendono la sua vita aperta agli altri, come coralmente lo sono tutti i personaggi dei suoi quadri.
Le figure umane di Valerio Betta hanno volti anonimi, senza lineamenti.
Solo in alcune occasioni appaiono lievi tratti fisionomici: in un caso, il volto si riferisce alla Madonna, in un altro, il volto abbozzato è quello di un suonatore, che ripete il suo rito.
Siamo convinti della non casualità e crediamo che il segno, qui, sottenda un significato preciso: Valerio Betta manifesta solide sicurezze nella Fede e nella Tradizione.
Al di là di queste basi, l’artista rifugge dal tratto, per non favorire una caratteristica facciale a scapito di un’altra. E allora, nei volti celati, lasciando al fruitore dell’opera la possibilità di identificarsi in uno dei personaggi, inserisce tutti, perché auspica per tutti momenti sereni, in cui si apprezza la gioia del comunicare e dello stare insieme, crescendo in conoscenza e coscienza del dono della vita.
Quando Valerio Betta fissa sul fondo del quadro il panorama, spesso questo rivela un’architettura famosa, di eccelso valore artistico, però solo accennata, quasi lievitante sopra le figure umane in primo piano.
A volte, la struttura architettonica è tutta invasa dall’oro e si staglia contornata sul fondo.
C’è il contrasto tra l’essere umano dal volto ignoto e il monumento notissimo, tra la figura brillante di colore e il monumento evanescente.
I quadri, proprio per queste cromie e segni opposti stigmatizzanti personaggi e sfondi architettonici, vogliono corrispondere al presente caduco e all’eternità, all’essere mortale transeunte sulla terra e al genio creatore dell’opera, che vince il tempo.
E così, inconfondibile nelle sue linee, il monumento vive nella mente e nel cuore del viandante, che ha avuto la fortuna di contemplarlo e di magnificarlo sino alla commozione.
I colori tenui di Valerio Betta sono la raffigurazione del monumento impresso nel ricordo; sono il concetto astratto dell’opera architettonica, che, qualora si copre d’oro, rimanda al valore sublime dell’arte, ed è prezioso cimelio di un passato, a cui la nostra cultura fa riferimento, per trarre ispirazione ed ambire a mete elevate.
Se lo sfondo, su cui primeggiano i personaggi, è un interno, l’ambiente, qualunque esso sia, è sempre avvolgente e accoglie come uno scrigno l’individuo, che è in armonia con se stesso, con gli altri e con il mondo.
E l’artista conferma questo benessere, spargendo fiori un po’ ovunque, per
accogliere, con affabile ospitalità, chiunque si lascia sedurre dalla dolcezza del vivere in pace.
A conclusione del nostro viaggio nel mondo artistico di Valerio Betta, confermiamo razionalmente l’istintiva positiva impressione iniziale.
Le opere di Valerio Betta raccontano di concorde equilibrio sociale.
Invitano a stare insieme per comunicare, per crescere in umanità, per coltivare interessi culturali e progredire in conoscenza.
Con l’artista diventa lieve tutta la quotidianità, vissuta nella certezza della inesauribile potenzialità dello spirito umano costantemente aspirato in un vortice, che, nella socializzazione, trae linfa per nuove espansioni.
Per la valenza di tale messaggio, intriso di ottimismo e di fiducia nell’essere umano, ringraziamo Valerio Betta, di cui apprezziamo e stimiamo la comunicazione.
Prof.ssa Marta Mai