michela tarditi

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Mi.Ti.
I Colori dell’Anima
Palazzo Borgatta, Comune di Rocca Grimalda (AL)
26-28 luglio 2013
a cura di
Bruna Solinas Arte Contemporanea
Testo a fronte

La mostra personale I Colori dell’Anima, titolo già significativo rispetto alle sue motivazioni interiori, nasce come testo a fronte tra pittura e poesia, tra le opere di Michela Tarditi e le impressioni letterarie di Palma Severi, a partire giusto da quelle opere. Quest’ultima, traduttrice professionale, interpreta in questo caso, non un testo verbale d’origine, ma una composizione pittorica. Si tratta pertanto, su un versante, di un linguaggio visuale di gesti, segni, colori, forme, materia, e sull’altro versante di parole in versi, vicine al genere poetico dell’Haiku, e quindi di un’impressione tanto rapida quanto profonda: sintesi di un pensiero scritturale, cristallizzazione cangiante di una pulsione immaginativa, dove l’umanità e la natura, animale, floreale e vegetale, giocano le loro iridescenze, stagionali in senso metaforico, tra l’Aiòn e il Chronos, tra l’atemporalità dell’essere e la fluidità del divenire.
In questo processo di transcodificazione da un linguaggio ad un altro, risulta essere fondamentale tra le due autrici una corrente comunicativa di ordine intuitivo ed empatico.

In fase di approccio all’opera pittorica di Michela Tarditi, in arte Mi.Ti, si può procedere per indizi. Il suo lavoro pertiene, evidentemente, alla pittura e quindi a quella forma di linguaggio che ha come esito una rappresentazione: la presentazione, esteticamente organizzata, di un campo di colori, forme, pigmenti, su un supporto; in alcuni casi la tela, ma più frequentemente la tavola. Mi.Tì affronta, in un momento delicato della sua esistenza, la grande avventura del dipingere con lo slancio e la passione dell’autodidatta. L’architetto e gallerista Bruna Solinas, figura carismatica del contesto artistico genovese, ne sostiene e stimola il progetto attraverso quel rapporto di intelligenza emozionale che prende il nome di empatia: attitudine relazionale fondata sull’attenzione e sull’ascolto dell’altro. Il termine greco empatéia, etimologicamente deriva da pathos, che corrisponde al tedesco Einfühlung, nell’accezione teorica del filosofo Robert Vischer, ricercatore, alla fine dell’Ottocento, sull’area delle arti figurative. Il termine viene poi tradotto nell’inglese Empathy e utilizzato anche in campo estetico. Tale condivisione del vissuto emotivo dell’altro viene considerata, anche nel suo portato creativo, da figure come Edith Stein e Sigmund Freud. A questa tematica, la stessa Bruna Solinas, ha dedicato recentemente una mostra unanimemente partecipata e altamente rappresentativa. Non stupisce quindi che il suo interesse per l’opera di Michela Tarditi si concretizzi in una sequenza di mostre di cui I Colori dell’Anima fa, a pieno titolo, parte.

Una volta stabiliti i termini entro cui leggere l’opera di questa pittrice, si può procedere attraverso l’analisi delle singole componenti linguistiche, messe in atto ai vari livelli del far pittura. Il suo esordio, di data recente, è di carattere tendenzialmente figurativo. Le sue tecniche miste sono trattate inizialmente a pennello e successivamente, quando l’enfasi si fa gestualmente più aggressiva e concitata, a spatola, rullo e addirittura cazzuola. Altrove è nella fluidità dell’acquarello che appare, come in sogno, un viso dolce e mesto di donna – A rainy day, nella versione poetica. Come nei fotogrammi di un film, scorrono le figure parallele di un universo femminile e maschile. Sono immagini che vivono insieme la loro solitudine, spesso angosciante, raramente rasserenante, talvolta improntata ad una giocosa ironia. L’ambiente urbano è piuttosto asfittico e tetro, affollato di insediamenti abitativi verticali, alti e incombenti come grattacieli: sagome scure allungate che si alzano provocatoriamente verso il cielo. Le spiagge, i tramonti sul mare, determinati accessori femminili, hanno, nella sua pittura, i giochi d’ombra e di luce, il romanticismo e la crudezza, la favola ed il distacco ironico di certi ambienti, oggetti e personaggi dei testi di Ibsen. Talvolta il paesaggio si sfalda nel ricordo, talaltra assume contorni e rilevanza iperreale. Sono sovente percepibili, nei suoi lavori su tavola, spartiti compositivi di memoria secessionista – testo: Nostalgia – di respiro formale e cromatico mitteleuropeo.

La tematica della figura femminile viene ora declinata nei momenti della vita quotidiana, ora nell’espressione di una pienezza in cui si leggono, come in uno specchio, le sue più alte aspirazioni, le sue più avvertite urgenze liberatorie. L’uscita da un momento traumatico, vissuto in prima persona, viene delineato nel delicato flashback di tre sue opere che raccontano, con un’intensità drammatica contenuta dietro un velo, una riemersione alla vita, alla luce e alla bellezza. A tratti la sua tavolozza si accende di impeto espressionista, negli accostamenti forti cromaticamente e matericamente, di possibile ascendenza vedoviana – riferimento al testo poetico parallelo Bianco, nero e rosso. La volpe. La sua pittura non cessa di esprimere i sommovimenti tellurici della materia, che trovano il loro analogo lirico in Soul, Maschere di fuoco, Dietro la luce. La levità del sogno e della poesia emana dalla figura danzante che si rispecchia nel doppio testuale ancora e ulteriormente di Palma Severi: Balla come se nessuno ti guardasse. Tra i vari registri espressivi di questa artista si rileva la progressiva rarefazione del momento figurale, che trova il suo punto di confine nell’Espressionismo forte dell’Omaggio a Munch; l’intensificarsi di un’astrazione luministico cromatica fauve, con lontane reminiscenze di Antonio Corpora, in opere come Riflessi, Volti del Passato, Maschere di fuoco, Pudore. La farfalla; di delicato carattere informale, nelle spirali e nei vortici spaziali Vita e Infinito che rinviano idealmente a Roberto Crippa.

L’opera pittorica di Mi.Ti non cessa di scaturire da un immaginario che accoglie e trascrive, istintivamente ed intuitivamente, le associazioni, i sussulti, le suggestioni del profondo. Mentre le composizioni poetiche di Palma Severi trascrivono in parole il non visibile dell’immagine, le opere di Michela Tarditi traducono in immagine il non detto della scrittura.

Viana Conti